Appena atterrata a Yerevan, come sempre quando arrivo in un nuovo Paese cerco una connessione wifi per trovare un ostello dove dormire. Continua a leggere La felicità, in fondo, è una piccola cosa.
Giorno: 13 Giugno 2017
Quattro mesi in libertà.
Quasi 4 mesi, 20 voli, navi, treni, bus, taxi, tuc tuc, bicicletta, auto e tanti chilometri a piedi.
Perché? Perché mi piace.
Perché dovrebbe esistere una motivazione metafisico – trascendentale che indirizzi le nostre azioni? Ci vuole una ragione socialmente e/o moralmente condivisa o condivisibile che giustifichi ogni nostro (pubblico) comportamento?
E’ esattamente da questo che scappo, da tutta la vita, e non ci sono riuscita del tutto, perché è difficile essere liberi. La libertà è un fardello troppo pesante da sopportare perché abbiamo bisogno degli altri, e ci pieghiamo ai loro desideri per non essere soli.
Ma io amo la solitudine. Non a caso vivo in una casa nel nulla.
Vivere soli non vuol dire stare da soli.
Significa circondarsi di amici quando si ha voglia, fare feste in casa se ci va, vedere gente all’occorrenza. Ma vivere soli significa vivere liberi di vedere/uscire/festeggiare quando ci va e con chi ci va.
La solitudine fa paura ai più. Paura dei ladri, paura delle malattie, paura degli stupratori, o di qualunque catastrofico incontrollabile evento ci possa capitare.
Viaggiare da soli fa paura anche di più.
Ma viaggiare è libertà. Viaggiare da soli è libertà al quadrato.
E io amo la libertà.
Per questo sarebbe impossibile per me vivere in un Paese dove qualcuno decide per te come devi vestirti, quali siti internet puoi visitare, cosa puoi bere, quale lavoro puoi fare, quando e dove puoi mangiare.
Quattro mesi fa avevo paura anche io.
Oggi sono un’altra persona perché so che gli imprevisti possono capitare sempre e dovunque, e se sei sola troverai il modo di risolverli. Chi mi ama davvero cerca di farmelo capire da sempre, e dentro di me l’ho sempre saputo, ma solo con questo viaggio ho imparato a convivere con l’imprevisto senza impazzire. Aumentando la soglia della mia pazienza, ma senza rinunciare al mio temperamento.
Come ora, per esempio.
Arrivo in aeroporto alle 2 di notte perché il mio volo è alle 7, conto di riposarmi un paio d’ore prima dell’imbarco, ma scopro che il mio volo non esiste perché è stato spostato senza preavviso. Di 6 ore!
Accettare l’imprevisto ok, ma arrendersi supinamente all’incapacità di chi mi ha venduto un servizio, è un’altra faccenda. E infatti, grazie alle mie non silenziose rimostranze, ora mi trovo nella lounge vip, ovviamente senza pagare.
Perché non sai mai cosa si può nascondere dietro ad un imprevisto!