Sri Lanka, sfatiamo un mito?

In Sri Lanka sono neri. Di belle fattezze, soprattutto le donne, come già notava Ida Pfeiffer nel 1847. Ma neri, senza alcun dubbio. Se invece vi affidate alle insegne immaginerete che siano bianchi, inconfutabilmente. Non esiste un cartellone pubblicitario, dalle bevande ai dentifrici, dalle scuole private alle bombole del gas, che metta in evidenza un local. Niente, manco a pagarlo. Campeggiano donne bianche, sicuramente occidentali, o al massimo cingalesi ma sbiancate al photoshop. Quelle donne sono lì a dire che se usi quel dentifricio, se frequenti quella scuola, se bevi quel succo, la tua vita diventerà la favola bianca, tu stesso diventerai bianco, meglio di Calimero. E siccome il marketing non sbaglia, una cosa l’ho capita: i Cingalesi desiderano essere bianchi. Come i Portoghesi, gli Olandesi, gli Inglesi che hanno dominato questa terra per secoli, come gli Italiani che vivono in quel paese di Bengodi dove basta trovare uno sponsor che ti paghi visto e biglietto per guadagnare milioni di rupie.

Ma quando quella donna bianca scende dal cartellone e si incarna di fronte a loro, ecco il miracolo che si compie. Se accompagnata possono chiedere gentilmente un selfie, ma se sola non ci sono remore che tengano: il selfie si fa e basta senza nemmeno chiedere, e la foto è il minimo che possano fare.

Sono una donna bianca, che viaggia da sola, nello Sri Lanka da 8 giorni. Quindi il sillogismo è semplice: sono zoccola, milionaria e posso regalare il visto se voglio.

L’impatto provenendo poi da Singapore per me è stato devastante anche perché ho commesso l’errore di passare le prime due notti a Negombo, una città brutta, confusionaria, priva di qualunque attrattiva, e sporca all’inverosimile. A Negombo, passeggiando tra l’immondizia e i cani morti per la strada, per la prima volta in due mesi mi sono chiesta chi me l’ha fatta fare a intraprendere quest’avventura e soprattutto, perché non ho organizzato il tutto con una agenzia specializzata.

Perché lo Sri Lanka delle cartoline lo conoscono tutti, le spiagge, gli elefanti, i templi, la perla dell’oceano.

Dovrebbero scrivere su quelle cartoline che è necessario organizzarsi completamente prima della partenza e che comunque è vietato l’accesso alle donne bianche sole. Perché una donna bianca sola in Sri Lanka è oggetto di molestie continue. Se sei una donna bianca sola qualunque uomo dai 15 anni in su si sente in diritto di rivolgerti ogni tipo di richiesta e se mai ti rivolgi in modo gentile porgendo la mano per presentarti, la loro mano nella tua diventa disgustosamente lasciva.

Avrei voluto parlare della bellezza del mare, che è trasparente e caldo con una cornice di palme sulle spiagge, dei templi hindu coloratissimi e pieni di gioia, del Buddha dormiente, della rocca di Sigiriya che sovrasta imponente, ma, purtroppo, qualunque bellezza storica o naturalistica passa in secondo piano se per vederla devi sgomitare tra gli sguardi, e le richieste continue di uomini disgustosi.

Ho passato 10 ore a Colombo, 10 ore a 40 gradi in cui volevo solo passeggiare per vedere la città. Tutti dicono di non andare a Colombo perché “non c’è niente”, tutti quelli che viaggiano alla ricerca di posti esotici, secondo loro gli unici autentici, come se la capitale di uno Stato non fosse autentica, solo perché non inserita nel circuito a 5 stelle del viaggio nella perla dell’oceano. Colombo è una città con caratteristiche interessanti, la zona del lungomare è molto attraente, con edifici antichi molto belli, ma non ho visto molto, perché ho passato le mie 10 ore a rispondere agli autisti dei tuc tuc, con una frequenza di uno ogni 3 minuti. Se rispondi no, si fermano e ti seguono a passo d’uomo, se non rispondi si fermano più avanti e ti aspettano, per fare la stessa domanda. Dulcis in fundo esausta, la sera, alla stazione degli autobus mentre mi precipito con la mia valigiona correndo verso la fermata giusta, un tizio mi rincorre e mi bussa alle spalle, temo sia successo qualcosa lo guardo e mi dice T U C T U C?  VAFFANCULOOOOO NON LO VOGLIO IL TUC TUUUCCC!!!, ma questo non è bastato perché subito dopo un altro mi ha raggiunta al buio dietro ad un bus e a quel punto, non sapendo davvero cosa volesse, ho iniziato ad urlargli contro di sparire, e lui, vedendosi osservato dalla gente, ha balbettato qualcosa come per spiegarmi dove fosse il mio bus.

Nello Sri Lanka i turisti sono polli da spennare, non solo dagli ambulanti, sono intesi proprio come una risorsa a cui attingere da parte dello Stato. In un Paese dove il reddito pro-capite è 10.000 dollari l’anno (trattandosi di una media sappiamo benissimo che a maggior parte vive con meno della metà) come si può chiedere agli stranieri 35 dollari per qualunque sito si voglia visitare? Sarebbe come se al cingalese che a Milano guadagna 1500 euro al mese più vitto e alloggio noi chiedessimo 50 euro per visitare qualunque museo. Ma senza dargli alcun dépliant o mappa del sito, perché, se vuole capire quello per cui ha pagato 50 euro, deve anche pagare il pizzo ad una guida locale abusiva, e, dopo, lo facciamo entrare in un luogo senza aria condizionata e dove piove dentro, sui reperti e sulla sua testa. Uno dirà ok, sono un Paese in crescita, useranno i soldi per renderlo efficiente, alla fine anche al turista fa comodo entrare in un Paese moderno. Peccato che poi nelle stazioni dei treni non esista una rampa d’accesso (se sei tetraplegico tanto vale ti spari) e i treni, che non hanno mai visto un secchio d’acqua e sapone da quando sono stati inaugurati, vanno con una velocità media di 28 km all’ora.

Si viaggia per conoscere, entrando in punta di piedi in casa d’altri. Si rispettano gli indigeni. Rispetto significa fare buon viso a cattivo gioco quando ti trovi per sopravvivere in un ristorante lurido dove la gente mangia con le mani perché loro usano così, vuol dire non farsi le foto dando le spalle ad una statua che per te non significa nulla, ed entrare a piedi nudi sulla pietra rovente dei templi. Ma il rispetto dovrebbe essere reciproco. Non è casa mia, ma sono un ospite pagante e ben gradito visto che a me la vita qui la fate pagare tre volte di più: per quale motivo oltre a pagare il pizzo turista devo anche pagare quello ai molestatori?

L’Europa ha giocato a risiko con questa parte di mondo da Colombo in poi, ok, ma io che c’entro?

Dite di amare tanto l’Italia, tanto che chiunque sappia dire buongiorno si improvvisa in improbabili, lunghissime, incomprensibili chiacchierate, tanto che questo amore porta l’ultimo inserviente dell’Hilton a spacciarsi per medico proponendomi un massaggio ayurvedico rigenerante in una stanza dell’hotel, ma certo non dell’Hilton, quello costa troppo, la prende lui una stanzetta in un piccolo hotel, e io tra conati di vomito già immagino nella mia mente la scena delle mani di quest’uomo addosso, e nonostante tutto, non lo mando a quel paese come merita, ma dico solo no grazie.

Se è questo il vostro amore per l’Italia e le italiane, grazie, rifiuto l’offerta e vado avanti.

8 commenti su “Sri Lanka, sfatiamo un mito?”

  1. Anche io ho viaggiato da sola in Sri Lanka per tre settimane; non ho avuto esperienze negative, anzi, mi ha dato un senso di armonia che ad esempio non ho provato in India, che mi ha molto disorientata,al contrario – Sono molto insistenti i guidatori di tuc tuc, è vero, ma non più che in altri paesi asiatici – e devo dire che di uomini viscidi ne ho dovuti subire molti in India, quasi nessuno in Sri Lanka (sarà che sono più vecchia???).Negombo è orrenda, concordo, ma il paese, pur non essendo di bellezza clamorosa, ha un che di armonico che mi ha molto toccata. Ma è noto che ognuno di noi ha impressioni diverse dei paesi che si visitano, ed è molto interessante apprendere le sensazioni di ogni visitatore.

    1. Ciao Tiziana, grazie per il tuo commento.
      Ne approfitto per chiarire che mi dispiace molto che di tutte le pagine che ho scritto questa sullo Sri Lanka, in cui esprimo a caldo le mie impressioni, è da sempre la più letta e commentata.
      Non rinnego nulla di quello che ho scritto, come anche del fatto che la mia esperienza negativa nello Sri Lanka, è stata compensata da una esperienza assolutamente positiva in India, mentre vedo che le donne che commentano hanno avuto esperienze opposte alla mie.
      In un giro del mondo come il mio, in cui ogni settimana cambi Stato, è inevitabile che l’imporessione su ogni luogo sia influenzata dalla esperienza provata nello Stato precedente. Venivo da Singapore dove sono stata benissimo, e accolta come a casa, sono passata in poche ore di volo da un mondo ricchissimio e tecnologico al terzo mondo dove ero vista nella migliore delle ipotesi come un dollaro che cammina. Ho avuto una serie di inconvenienti perché non avevo pianificato nulla e sono stata “aiutata” da persone che mi erano state consigliate dall’Italia che si sono dimostrate assolutamente inadeguate, per usare un eufemismo.
      Avevo un amico virtuale, un italo cingalese che mi aiutava da lontano e che mi diceva di sopportare ed avere pazienza perché guardando con altri occhi avrei avuto solo pietà di quella gente. Non lo capivo. Io gli dicevo: faccio il giro del mondo per dimostrare che una donna sola deve andare ovunque, per abbattere i pregiudizi, in Italia mi batto per questo, non posso fare finta di niente solo perché sono lontana da casa.
      E, come ho detto, non rinnego nulla di quanto scrissi allora, solo che una volta tornata e a bocce ferme, ho capito che mi trovavo in un luogo dove la gente fatica a trovare il denaro per mangiare e che è uscita da poco da una guerra civile tra le più cruente e devastanti che si possano immaginare, e non potevo pretendere di trovare uomini che avessero imparato il galateo ad Oxford.
      Preso l’aereo per uscire giurai a me stessa MAI PIU’, oggi credo che ci tornerei.
      E comunque, aldilà delle esperienze negative che ho avuto, in questa pagina non parlo di quelle positive (che magari riportavo velocemente come foto nella pagina fb) che sono state essenzialmente il giorno passato nella scuola con colleghi e colleghe adorabili, o l’esperienza con l’uomo che a Negombo è stato con me in stazione a chiacchierare senza nessun secondo fine e mi ha anche accompagnata nella guest house.

      1. Ciao il tuo articolo mi ha un po’ scosso… sono amico di qualche cingalese in Italia e sono persone d’ oro… al punto che tra un mese io e mia moglie abbiamo deciso di trasferirci in Sri Lanka… fammi capire…. secondo ciò che dici il problema c’è con donne sole, ma se accompagnate no… io sarei l’ Ombra di mia moglie abbiamo tantissime conoscenze di la e vorrei avere le idee chiare su questo… ho detto bene? Grazie in anticipo

        1. Ciao Andrea, innanzi tutto grazie per avermi scritto.
          Capisco che l’articolo è duro e mi sono trovata spesso a confrontarmi su questo.
          Il mio era un giro del mondo in solitaria, quindi devi tenere presente che le sensazioni provate in ciascuno Stato dipendono da quanto mi sia trovata bene o male nello Stato precedente (in questo caso provenivo da Singapore).
          Ho conosciuto cingalesi straordinari, come i docenti nella scuola di Dambulla o il signore che mi ha accompagnato alla guest house a Negombo. Ma ne ho incontrati moltissimi che mi hanno solo infastidito continuamente, come ho scritto nell’articolo. Niente di grave, sto parlando di molestie solo verbali, ma fastidiose. Inoltre, per il solo fatto di essere occidentale, mi sentivo un dollaro che cammina alla mercè di chi riuscisse a raccoglierlo. Detto questo, è un Paese nel quale io non andrei a vivere, ma se vi piace, perché no? Io se dovessi scegliere un posto dove andare, tra quelli che ho visto, sceglierei Kandy, lì ho avuto esperienze diverse.

  2. Io mi trovo proprio ora in Sri Lanka, donna sola che viaggia in svariati posti dell’isola. Sarà che sono reduce da cinque mesi di India (la mia quinta volta lì, quindi non alle prime armi), ma io tutta questa disperazione nel viaggiare da sola in Sri Lanka non la vedo. Certo, hai gli occhi spesso addosso, ti chiedono insistentemente se vuoi un viaggio in tuk tuk, ma trovo una disponibilità e una gentilezza nelle persone che difficilmente trovi per esempio in India. A chi è insistente basta dire no grazie, non importa se devi ripeterlo più volte al giorno. Lo Sri Lanka è un posto meraviglioso, basta saperlo affrontare con lo spirito giusto. Non condivido tutta questa negatività sinceramente

    1. Io ho avuto l’esperienza opposta, dopo lo Sri Lanka, l’India dove non ho avuto la stessa esperienza e mi è piaciuto tutto. Il no grazie va bene, ma se devi dirlo ogni 3 minuti è un po’ difficile. Lo so che tutti dicono che lo Sri Lanka è la “bella copia” dell’India, per me è stato assolutamente il contrario.

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