Pare che l’ora migliore per visitarlo sia l’alba, ma io mi trovavo a Delhi che dista più di quattro ore da Agra, così siamo arrivati alle 8.
Ero in India da pochi giorni, non ero ancora assuefatta alla sporcizia, così la cosa che più mi ha colpito immediatamente è stato il degrado delle strade di Agra piene della solita immondizia che stride profondamente con la maestosa bellezza di questo mausoleo, candido e perfetto che all’imoprovviso ti compare davanti.
Il Taj Mahal dovrebbe essere il simbolo di una straorinaria storia d’amore essendo stato fatto erigere dall’imperatore per la sua moglie favorita, anche se la nostra guida, ad un certo punto, ha messo in dubbio quasta storia d’amore, ma noi ci vogliamo credere.
Sì, la guida che mi ha fatto praticamente un book fotografico e a cui non ho dato la mancia perché all’ingresso ci avevano detto di non dare mance alle guide che erano stipendiate, tuttavia ancora oggi me ne pento ed ho scritto una mail all’ufficio per rintracciarlo e ringraziarlo: le sue foto sono state apprezzate da tutti!
Ad Agra c’è un altro partimonio unesco, meno conosciuto: il forte rosso. Purtroppo il taj Mahal polarizza su di sé l’attenzione dei turisti che non sempre entrano anche nel forte. Noi non siamo entrati, per esempio, perché c’erano 45 gradi ed eravamo sfiniti!