Il ghiacciaio Perito Moreno ha 500 anni, è giovane dunque.
Paragonato ai ghiacciai delle Alpi potremmo dire che è un bambino piccolo.
Eppure non ho mai visto nulla di tanto maestoso e silenziosamente imponente.
Aveva ragione Paola, sono arrivata fin qui non posso perdermi un trekking sul ghiacciaio più famoso del mondo.
E anche se mi ripeto come un mantra che probabilmente in tutti i posti in cui sarò nei prossimi mesi ci saranno cose imperdibili, perché probabilmente in quei posti non ci tornerò più, ma che devo assolutamente contenere il budget, Paola insiste perché compri un nuovo biglietto aereo ed una escursione sul ghiacciaio. E mi convince perché è accorata e assolutamente disinteressata.
Ed ha ragione
Non finirò mai di ringraziarla.
Ci sono posti al mondo che ti lasciano letteralmente senza fiato, la cui bellezza è talmente grande che qualunque fotografia o qualunque tentativo di descriverla a parole risulta assolutamente vano.
Guardare da vicino il Perito Moreno ti catapulta in un altro mondo, incontaminato, silenzioso, bianco, luminoso, grandioso, eterno.
Sono state scritte centinaia di pagine sul significato dell’estasi di Santa Teresa del Bernini, e magari noi stessi siamo rimasti estasiati nel guardarla, come possiamo subire la sindrome di Stendhal quando, uscendo dalla metropolitana improvvisamente ci troviamo di fronte il duomo di Milano, ma ci sono estasi che solo la natura sa donare.
La maestosa bellezza del ghiacciaio obbliga ad un religioso rispetto.
In un momento tutti i problemi del mondo appaiono insignificanti. Tutti i personaggi di cui ogni giorno subiamo la presenza sui media, o le incombenze pratiche e quotidiane, e i burocrati ottusi che ci rubano metà della nostra esistenza, di colpo sono inesistenti. Questa deve essere la meditazione, la vera preghiera: la mente diventa vuota e libera
Il ghiacciaio è lì.
Da 500 anni cammina lentamente, è l’ultimo testimone diretto dell’America prima di Colombo. Lui c’era quando c’erano gli Indios, quando Galilei ha scoperto il cannocchiale, quando Magellano è passato da qui, quando Robespierre decapitava mezzo mondo e quando Gandhi predicava la non violenza, gli è giunta l’eco di Pearl Harbor e di Hiroshima. Mentre ci affannavamo per le nostre esistenze, mentre piangevamo per un fallimento e per un lutto, mentre gioivamo per una conquista o per una nuova nascita, mentre ci tribolavamo per far quadrare i conti della nostra esistenza, lui c’era.
E non gli importava.
Domina il mondo da qui col suo manto bianco regale, ma del mondo non sa nulla, e non perché sia superiore, questo lo sa, lui proprio non lo vede.
E noi, piccoli ospiti inutili sui suoi crinali, riusciamo malamente per un istante a comprendere l’infinito.
Articolo poetico e immagini maestose. Mai viste così tante di un posto così insolito. Ti auguro nuovamente buon viaggio
Grazie. Non sono una brava fotografa, per questo ne faccio tante, così almeno qualcuna buona esce 🙂