“Isciacquio, calpestio, dolci romori.
Ah perché non son io cò miei pastori?”
Il mio giro del mondo è durato quasi 5 mesi ed altrettanti ne ha avuti di preparazione. Da settembre a febbraio, tutti i giorni ho lavorato, studiato, letto, organizzato voli, cercato contatti per poter realizzare questo progetto. Tutto sembrava difficile e quasi impossibile,
fino al momento del primo volo. Da lì in poi la strada è stata tutta in discesa.
Ma a settembre ogni cosa riparte, così ho scelto di tornare in tempo per lasciare un congruo periodo di stacco prima del lavoro: sapevo che non sarebbe stato semplice tornare alla normalità, ma non immaginavo che sarebbe stato così tanto difficile. Sono a casa da un mese e mezzo, il tempo che mi serviva per visitare 5 Stati, mentre ora non riesco nemmeno ad organizzare 5 stanze.
Sono le 4,45 di notte e mi trovo in piedi al pc perché il sonno non c’è; poi magari domani vado a letto alle 21.
Per 133 notti ho dormito nei posti più diversi: ostelli, hotel, ospedali, treni, navi, aerei, aeroporti, autobus, tende, couchsurfing, non un letto era mio, ma non un giaciglio mi era estraneo. Dormo a casa nel mio letto e mi alzo la notte di soprassalto chiedendomi dove mi trovi.
La normalità. Dov’è? Cos’è?
Costruisco ogni giorno punti di riferimento certi, organizzo il presente e il futuro. Sistemare scartoffie, lavare pavimenti, svuotare armadi, cucinare, lavorare sono tutte attività rassicuranti, certezze e punti di fermi della quotidianità. Mi occupo della mia salute, giro per ospedali per risolvere qualunque tipo di problema che possa ostacolare un progetto futuro.
Sì, perché io ho solo una certezza, che partirò di nuovo. Viva gli americani che hanno messo nella costituzione il diritto alla felicità, dovremmo pensarci ogni giorno anche noi e insegnarlo ai nostri figli! Prima di tutto. Prima della morale, del senso del dovere, della dignità, dei soldi.
121 mi dice che non ero così bella da almeno 10 anni. E io gli credo, perché so cosa ho dentro, e la bellezza esteriore è solo l’emanazione della felicità. Mi basta chiudere gli occhi per trovarmi su un treno in India a chiacchierare con Narendre, o in Argentina a sentire il silenzio del perito Moreno, o ad Istanbul con Ugur che mi riserva il tavolo. Gli odori, i rumori, la serenità e l’adrenalina, sono queste le cose che conservo nello scrigno del mio cuore, e che tengo a mente ogni istante in cui qualcuno o qualcosa di banale vuole togliermi il sorriso.
Non aprivo il blog da un mese. Sono troppe le cose da fare, le categorie sono ferme a Singapore, cioè a metà del viaggio; devo scegliere e pubblicare le foto (le meno peggio si intende!) di tutta la seconda parte, qualche rivista mi chiede articoli e incontri, ma io sono ferma, immobile, come sospesa, spaventata.
Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare!
Provo a ripartire dal blog.
E poi partirò di nuovo, anche se Giuseppe non è d’accordo,
Tanto lo so che scherzi. E se poi, proprio vuoi delle foto decenti, il 12 esce l’Iphone 8…vedi tu!
Tu sei una persona straordinaria Loredana
wow, grazie!